Il "Vocabolario del dialetto osimano" di Massimo Morroni si compone di due parti: il vocabolario, con circa 12.000 voci del dialetto parlato ad Osimo negli anni Sessanta, ed una raccolta di vecchie cartoline osimane provenienti dalla collezione di Moreno Frontalini (Perpé).
A seguire alcuni brani tratti da questo volume
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Sgaggià
Il verbo ‘’ sgaggià’’ significa ‘’’ urlare, strepitare’’ . Esso esiste anche nei dialetti di area settentrionale, e in particolare emiliana, dove però ha un’ altra origine ed un altro significato; si tratta quindi solamente di un omografo, cioè di una parola che si scrive come la nostra, ma che con essa non ha nulla da spartire.
Quella infatti deriva dal francese ‘’dégager’’, cioè ‘’ liberare’’ e significare ‘’ iniziare al sesso’’; tra l’ altro è attestata nel Bacchelli: ‘’ Come? Siete geloso? Innamorato? Sarebbe troppo bello. Ma se non sapete ancora niente, e v’ ho condotto qui per sgaggiarvi. Ma vieni qui e abbracciami, non farmi l’ incantato, che mi hai insolfanata!’’.
Il nostro ‘’sgaggià’’ è attestato in tutta la parte centromeridionale delle Marche; tra l’ altro è presente in una strofa del Saltarello marchigiano: ‘’ O t’ aricordi bella sotto al moro, / quannu facei da vacca ed io da toro ./ Te vojo dà na botta ‘ntel sinale,/ te vojo fa sgaggià: ‘’ Mamma, me dole’’.
La derivazione è dal sostantivo ‘’ gaggia’’, modo dialettale di chiamare la gazza; quindi ‘’ sgaggià’’ significa propriamente ‘’ schiamazzare come la gazza’’ e in tal senso lo intende nel XVIII secolo anche il Compagnoni nella sua ‘’Racccolta di voci romane e marchiane’’.
Il termine ‘’gaggia’’ è attestato fin dal XVI secolo ( Patrizi) nell’ Italia centrale, dove anche la ghiandaia è ancora detta ‘’ gaggia brusca’’.
Se ‘’ gaggia’’ è una variante – nell’ Italia mediana- di ‘’gazza’’ ( ‘’ gaza ‘’ al Nord), ‘’ gazza’’ ha due possibile origini: o dall’ aggettivo ‘’gaia’’ ( per la vivacità dei modi dell’ animale), oppure, più probabilmente, dalle forme dialettali ‘’ agassa’’ e ‘’agazza’’, che provengono dall’ antico germanico ‘’ agaza’’, attraverso il provenzale ‘’agasa’’ ( antico francese ‘’ agace’’) di pari significato. Oggi a gazza in Francia è detta popolarmente ancora ‘’ agace’’ o ‘’agasse’’, mentre in lingua si chiama ‘’ pie’’, dal latino ‘’pica’’, femminile di ‘’picus’’, il picchio, dal nome del quale è anche derivata la primitiva denominazione della nostra regione, Piceno, per via della nota storia dell’ uccello sacro a Marte che avrebbe guidato lo spostamento dei Sabini verso le nostre terre.