Il "Vocabolario del dialetto osimano" di Massimo Morroni si compone di due parti: il vocabolario, con circa 12.000 voci del dialetto parlato ad Osimo negli anni Sessanta, ed una raccolta di vecchie cartoline osimane provenienti dalla collezione di Moreno Frontalini (Perpé).
A seguire alcuni brani tratti da questo volume
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La Storia del ‘’bardasciu’’
Perché ad Osimo i bambini si chiamano ‘ bardasci’ ? Intanto bisogna precisare che si chiamano anche ‘’fedò’’ ( femminile ‘’fedaccia’’ ) e che il termine ‘ bardasciu’ è usato anche nelle zone maceratese e ascolana, nelle quali la pronuncia lo fa diventare ‘’ vardasciu’’; non è invece usato in area anconitana.
Detto questo, la nostra parola non è certo di origine moderna, come non lo sono quasi tutte le parole dialettali. Perché, infatti, il dialetto è cosi diverso dalla lingua italiana corrente? Perché esso ha conservato e tramandato il modo di parlare di secoli addietro, mantenendo inoltre delle parole che la lingua italiana ha perduto. Per fare alcuni esempi: il ‘’lùzzenu’’ ( in italiano ‘’ lampo’’) è di derivazione bizantina; ‘’ sparagnà’’ ( italiano ‘’risparmiare’’) è dal francone ‘’sparanjan’’, passato all’ italiano ‘’sparagnare’’ e oggi disusato.
E torniamo al nostro ‘’bardasciu’’. Questa parola è entrata in Italia durante il medioevo e vi è stata portata dagli Arabi. Essi, come si sa, hanno dominato per secoli nel bacino del Mediterraneo; dall’ 827 al 1070 hanno occupato la Sicilia, sen tuttavia fondersi- a differenza dei Germani- con le popolazioni vinte. E no oggi ci troviamo con molte parole di origine araba, basti pensare ai nomi delle piante( arancia, limone, carciofo, melanzana, spinaci, zucchero, cotone, ecc. ) , ai vocaboli relativi al commercio ( dogana, fondaco, magazzino, tara, tariffa, ecc. ) e alla navigazione ( arsenale, darsena, gomena, libeccio, scirocco, ecc. ) . Anche le scienze e le tecniche usano molti arabismi, specie la matematica ( algebre, zero, cifra, ecc. ) e l’ astronomia ( almanacco, zenit, nadir, i nomi di molti astri, ecc. ) . Inoltre, noi stiamo parlando di bambini ma non bisogna dimenticare che la parola ‘’ ragazzo’’ è anch’ essa di origine araba ( raqqas che significa ‘’messaggero’’).
In pratica, gli Arabi hanno influenzato la nostra lingua secondi solo a quanto hanno fatto le popolazioni germaniche. In alcuni casi, essi hanno preso una parola greca ( es. ‘’ chyméia’’, che vuol dire ‘’ mescolanza di liquidi’’, l’ hanno trasformata ( in questo caso è diventata ‘’ al-kimiya’’, che significa ‘’pietra filosofale’’) ce l’hanno passata facendola diventare ‘’alchimia’’. Il latino ‘’castrum’’ (‘’ castello’’) è passato invece per il greco bizantino’’ kàstron’’, poi per gli Arabi è diventato ‘’ qasr’’ e per noi ‘’ cassero’’ ( la parte più alta di un castello).
Nel caso del nostro ‘’bardasciu’’, la parola araba di origine fu ‘’ bardag’’, che significava ‘’ giovane schiavo’’. Essa passò in italiano prima nella forma ‘’bardasso’’, poi ‘’bardassa’’ ( termine sia maschile sia femminile). Nei dialetti, invece, divenne ‘’bardascio’’. Per quanto riguarda il significato stretto di questa parola, in italiano essa ebbe un senso dispregiativo, di ‘’ragazzaccio, giovinastro’’ fino addirittura a ‘’cinedo’’ ( ragazzo che si prostituisce); in questo uso la si trova presso l’ Aretino, Machiavelli, Bruno, Gozzi, D’0 Azeglio, D’ Annunzio, Bacchelli. Nei dialetti, invece, perse l’ accezione negativa, significandosolamente’’ ragazzetto, bambino’’, e tale si trova testimoniato – in contesti parlati- in Monti, Fogazzaro, Chiesa e lo stesso D’ Annunzio.
Allora, dopo 1000 anni, forse non sarebbe il caso di perdere questa eredità araba, sull’ esempio autorevole, se non altro, della matematica e dell’ astronomia. Quindi, ad Osimo, seguitiamo a chiamarli ‘’bardasci’’!