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Gaspare Spontini nasce a Maiolati il 14 novembre del 1774. Il padre Giambattista, ciabattino originario di Albacina, lo manda da ragazzo presso lo zio paterno, don Giuseppe Spontini, a Santa Maria del Piano, per farlo studiare con l’intenzione di farne un prete. Entra in seminario a Jesi, ma già giovanissimo Gaspare dimostra molta insofferenza verso gli studi ecclesiastici e una straordinaria inclinazione alla musica tanto che nel 1788 a soli 14 anni scappa dal seminario per rifugiarsi presso la casa di uno zio materno a Monte San Vito, dove, grazie al maestro di cappella del paese, apprende i primi rudimenti di musica. Riprende gli studi con lo zio parroco a condizione di poter seguire anche quelli musicali e visti i buoni risultati riesce ad ottenere dal padre il permesso di potersi trasferire a Napoli presso il conservatorio della Pietà dei Turchini nel 1793.

Lasciato dopo breve periodo, anche il conservatorio di Napoli prima del completamento degli studi, viaggia tra Roma, Palermo, Firenze e Venezia finché incontra un impresario romano, Sigismondi o Sismondi, che gli affida la composizione dell’opera Li puntigli delle donne, che fu eseguita per la prima volta a Roma, al teatro della Pallacorda, per il carnevale 1796, con notevole successo. Rientrato nel conservatorio napoletano, Spontini ottenne la stima di artisti come Cimarosa e Piccinni. Seguirono altre composizioni di successo: L’eroismo ridicolo (1798), su libretto del Piccinni, rimaneggiato l’anno seguente come La finta filosofa, Il Teseo riconosciuto (1798), La Fuga in Maschera (1800).
Grazie ai successi italiani Spontini si trasferisce a Parigi nel 1803, entrando nelle simpatie di Giuseppina Beauharnais, moglie di Napoleone, e di sua figlia Ortensia, appassionate di musica. Secondo una memoria di Berlioz, che aveva conosciuto Spontini a Roma nel 1830, i primi anni a Parigi non furono affatto semplici tanto che fu costretto a dare qua e là lezioni di musica per vivere.
Il 31 dicembre 1803, debutta al Théatre-Italien e, nel 1804, ripropone La finta filosofa. Nel 1804 viene presentata la oggi perduta La petite maison, un’opera comica che fu fischiata e non poté essere condotta a termine. Il 27 novembre 1804 dedica il suo Milton all’imperatrice Giuseppina. L’opera fu eseguita al Téatre Feydeau di Parigi su libretto di Victor-Joseph-Étienne de Jouy* con il quale inizierà un lungo sodalizio artistico che segnerà l’inizio del successo di Spontini in Francia.

Nel 1805 è ammesso all’Accadémie Impériale de Musique con la qualifica di compositore da camera dell’Imperatrice. Da questo momento Spontini abbandona l’opera buffa per dedicarsi alla tragédie lirique così, nel 1807, viene rappresentata per la prima volta, presente l’imperatrice Giuseppina, al Théatre de l’Accadémie Impériale de Musique, La Vestale, interpretata dalla grande cantante Carolina Branchu, che ottiene grande successo e lo consacra definitivamente come compositore più amato dell’Impero francese.
Nonostante la separazione da Giuseppina, Napoleone continua ad avvalersi di Spontini come musicista e gli commissiona, nel 1808, il Fernand Cortez. Nel 1810 egli diventa anche direttore d’orchestra del Théatre-Italien.
Il Cortez è un’opera intimamente influenzata dal progetto politico-militare napoleonico di aggressione della Spagna. Cortez, come Napoleone, appare infatti come il rappresentante dei valori della libertà e dell’illuminismo, contro i Messicani fanatici e bigotti. L’opera, con la sua epopea avventurosa, l’attenzione posta agli eventi drammatici e guerreschi, esercitò un peso molto forte nel melodramma francese dell’Ottocento, influenzando notevolmente Rossini (che, nel 1810, ne fece una edizione italiana), specie nel Maometto II, Le siège de Corinthe (1816), Moise et Pharaon (1827) e nel Guillaume Tell (1829), cioè le opere del suo periodo francese.

Nel frattempo, il 3 agosto del 1811, Spontini aveva sposato Maria Caterina Celeste Erard, di una benestante famiglia di produttori di arpe e pianoforti, i “Fratelli Erard”. Il connubio, osteggiato dalla famiglia Erard, fu probabilmente favorito dall’imperatrice Giuseppina, che risulta firmataria del contratto matrimoniale. I due coniugi restarono sempre molto uniti e Celeste divenne, al ritorno a Maiolati e dopo la morte del marito, la principale animatrice delle iniziative filantropiche avviate da Spontini in Italia. A lei il compositore dedicò il capolavoro: Agnes von Hohenstaufen.

Con la restaurazione borbonica Spontini rimane comunque all’apice del suo successo tanto che sotto Luigi XVIII viene naturalizzato francese e ordinato Cavaliere della Legion d’Onore, ma conclude, dopo tanti successi, la sua collaborazione con il librettista de Jouy che rimarrà ben fedele ai suoi ideali liberali contro la restaurata monarchia.

Nel 1820 Spontini si trasferisce a Berlino, presso Federico Guglielmo III di Prussia che, a Parigi, aveva già avuto modo di ascoltare La Vestale e il Fernand Cortez. Guglielmo III offre a Spontini 5000 talleri in cambio dei quali dovrà comporre “due grandi opere ogni tre anni e una piccola opera ogni anno” come Maestro di Cappella. Nel cuore della Prussia viene presentata, nel 1821, l’Olimpia, tratta da una tragedia di Voltaire, cui il compositore aveva cominciato a lavorare già nel 1815 e che era già stata rappresentata in una prima versione (con finale tragico) a Parigi nel 1819. Le protagoniste dell’opera sono due donne: Statira, vedova di Alessandro Magno, e sua figlia Olimpia, contesa da Antigono e da Cassandro che - nelle due versioni, una tragica, quella francese, e l’altra a lieto fine quella rappresentata a Berlino - si scambiano il ruolo di assassino dell’imperatore macedone. A Berlino Spontini viene nominato Soprintendente generale della musica del re.
Qui compone un Festpiel: Lalla Rookh (1821), poi rimaneggiato in dramma lirico con il titolo Nurmahal oder das Rosenfest von Kaschmir. Nel 1825 fu rappresentato, l’Alcidor, che si ispira alla cultura nordica e al filone esoterico-fiabesco del Flauto magico di Mozart.

Nel 1829 viene rappresentata l’Agnes von Hohenstaufen, poi ripresentata nel 1837 rimaneggiata in tre atti, che ottiene grande successo e viene considerata il capolavoro di Spontini. Ambientata nel medio evo, l’opera ha un carattere squisitamente romantico, in linea con il gusto dei tempi, ed anticipa quella che sarà il melodramma italiano ed europeo.

Con la morte di Federico Guglielmo, nel 1840, comincia per Spontini un periodo difficile a causa dei pessimi rapporti che egli ha con il Soprintendente del Teatro von Redern. Il soggiorno tedesco di Spontini non fu mai facile, già dai primissimi mesi di permanenza a Berlino, il Conte Karl von Brul, sovraintendente dei Teatri di Sua Maestà, e capofila della corrente anti-Spontini, lo osteggiò sostenendo che i suoi allestimenti erano troppo costosi, non era in grado di dirigere un’orchestra, era orami privo di idee e non conosceva il tedesco. In effetti mai Spontini riuscì a imparare bene la lingua tedesca e sempre molto tesi furono i rapporti con i suoi colleghi. Fu incolpato persino di rovinare la voce dei cantanti con cui lavorava sia per le arie a cui li costringeva, sia per l’eccessiva pignoleria con cui ne pretendeva la perfezione. In effetti Spontini non tollerava errori dai suoi cantanti di cui redarguiva anche l’aspetto fisico e seguiva personalmente gli allestimenti teatrali affinché luci, costumi, scenari fossero perfetti. Nel 1841 viene persino condannato a nove mesi di prigione; la questione ebbe inizio con la morte di Federico Guglielmo III e la salita al trono di Federico Guglielmo IV che, musicalmente, aveva altre simpatie. Il sopraintendente von Reden, antispontiniano, macchinò per mettere in cattiva luce le lamentele di Spontini a suo carico e farlo cadere in cattiva luce. Dopo il periodo di prigionia e il chiarimento con il Re, sembrò possibile ritornare al vecchio lavoro, ma quando salì sul podio per dirigere il Don Giovanni, venne fischiato dal pubblico e fu costretto a ritirarsi. Consegnate al Re le sue dimissioni e vedendosi assegnata una pensione, lasciò definitivamente Berlino dopo 23 anni di servizio.
Nel 1844 La Vestale ottiene un enorme successo a Dresda, dove nasce anche la grande ammirazione per Spontini di Wagner, che, direttore del Teatro di Corte, era stato incaricato di dirigere l’allestimento. Wagner considerò l’opera spontiniana un modello di riferimento per il suo Rienzi (1840), il Tannhauser (1843-45), e il Lohengrin (1845-48), La Valchiria (1856) che, con Spontini, andarono a esercitare la creazione del dramma musicale tedesco.
Nel 1838 intanto Spontini era stato in Inghilterra, dove fu ricevuto dalla regina Vittoria, di nuovo a Parigi e poi in Italia, a Jesi per circa quaranta giorni. In questo periodo diede inizio al suo programma filantropico: costituì un Monte di Pietà, creò nel 1841 una scuola per l’istruzione delle ragazze povere di Maiolati, affidato ad alcune dame dell’aristocrazia locale in funzione di “Protettrici e Sorveglianti”. Volle anche che fosse creato un Ospizio di carità, gestito dalle Opere Pie, un ente fondato nel 1843 con un atto di donazione che lasciava alla città tutti i propri beni per far funzionare le istituzioni caritative anche dopo la sua scomparsa. Nel 1840 per i suoi grandi successi era stato elevato alla nobiltà dal papa con il titolo di “conte di Sant’Andrea. Per il pontefice, durante la sua permanenza a Jesi, Spontini scrisse anche un vasto piano di riforma della musica sacra (Rapporto intorno alla Riforma della musica sacra, 1839) dello Stato Pontificio, che però non fu considerato da Pio IX.

Ritornato definitivamente a Maiolati nel 1850 per vivere gli ultimi anni nella piccola casa che aveva fatto costruire, fu accolto con grandi onori e qui si spense dopo solo cinque mesi, a settantasei anni, nel 1851. Nel saggio inedito scritto dal medico Enrico Cesarini conservato al Museo Gaspare Spontini e intitolato Della vita e delle Opere del Conte Gaspare Spontini si racconta che il maestro soffriva di bronchite sin dal 1846 e col tempo questa malattia lo portò alla morte alle ore 10.16 del 24 gennaio 1851. Il giorno dopo fu praticata l’autopsia e imbalsamato il corpo a cui venne asportato il cuore e dato alla vedova Celeste Erad. Fu sepolto nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano dove era parroco suo fratello, ma il 7 marzo 1853 fu traslato nella cappella di san Giovanni dove tutt´oggi é conservato il corpo.

 

 

di Federica Candelaresi

 

*Victor-Joseph-Étienne de Jouy (Versailles, 19 ottobre 1764 – Sanint-Germaine-en-Laye, 4 settembre 1846). Conclusi gli studi a Versailles parte come sottotenente di artiglieria in nelle Indie Orientali nel 1787 e, tornato in Francia nel 1790, prende parte alla Rivolzione Francese quando viene arrestato come e condannato a morte. Fugge in Svizzera per poi tornare a Parigi dopo la caduta di Robespierre. Lascia l'esercito nel 1797, dedicandosi alla letteratura. Esordisce con un volume di novelle libertine Galerie de femmes (1799), ma il successo maggiore lo ha con il teatro: drammaturgo e librettista delle maggiori opere del primo Ottocento ha lavorato con Gaspare Spontini per La Vestale e Fernand Cortez, con Gioachino Rossini al Guglielmo Tell e al Mosè, e con Cherubini a Les Abencérages.

 

Bibliografia
AA.VV.Guida di Maiolati Spontini. La Storia, l'arte, i musei. Sistema Museale della Provincia di Ancona, 2011.
AA.VV. Maiolati Spontini, vicende storiche di un castello della Vallesina, Maiolati Spontini, 1990
Piero Gelli, a cura di, Dizionario dell’Opera, Baldini e Castoldi, 2002.
Hector Berlioz, Serate d’Orchestra, traduzione di Mauro Biondi, EDT Torino, 2006
Thomas Steiner, Instruments à claviers – expressivité et flexibilité sonore, Actes des rencontres internationales armonique, Losanna 2002.
G. Ignazio Plebari, Elogio del cav. Spontini conte di s. Andrea letto nel giorno 26 febbraio 1851 nella chiesa plebale di Maiolati da G. Ignazio Plebari, in “Giornale Arcadico di scienze, lettere ed arti”, Vol. CXXV, ottobre novembre, dicembre, Roma, 1851.
Filippo Ciconnetti Della Musica Ragionamento del Avv. Filippo Ciconnetti in “Giornale Arcadico di scienze, lettere ed arti”, Vol. CXXXIV, gennaio, febbraio, marzo, Roma, 1854.
Giuseppe Gaetti, a cura di, Epistolario familiare e documenti vari dal 1774 al 1851 di Gaspare Spontini, Maiolati Spontini ,1974.
Giuseppe Gaetti, a cura di, Celeste Erard dolce sposa di Gaspare Spontini: epistolario, Maiolati Spontini,1978.
Franco Schlitzer, Circostanze della vita di Gaspare Spontini: con lettere inedite, Siena, 1958.
Josef Loschelder, Gaspare Luigi Pacifico Spontini ed i suoi colleghi tedeschi, in “Atti del Terzo Congresso Internazionale di studi Spontiniani”, Maiolati Spontini, 1985.
Rate Furlan, Spontini a Berlino, in “Atti del Terzo Congresso Internazionale di studi Spontiniani”, Maiolati Spontini, 1985.
AA.VV, Il tempo del bello, Marsilio, 1998.

 

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