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Questo testo é stato scritto nel 1928 da Guido Vitaletti e nasce come un volume di studio sia per gli studenti che per le persone colte.
In queste pagine si possono trovare raccolte di canti, novelle, feste e tradizioni della regione.

Dopo un´introduzione, nella quale vengono anche riportati gli usi ed i costumi del popolo marchigiano, il libro viene diviso in 4 parti: nella prima sezione si raccolgono i canti e le melodie, nella seconda le fiabe e le novelle, con un capitolo dedicato anche ai ricordi personali di personaggi illustri.
Nella terza parte vengono raccolti tutti i giochi ed i proverbi, e nella quarta ed ultima si trovano i racconti delle feste e degli spettacoli scenici tradizionali del territorio.

Come viene spiegato dallo stesso Vitaletti nell prime pagine, questo testo nasce dalla volontá di indagare le usanze di un popolo che spesso viene accomunato, per meriti e per spessore, alla medietá della sua posizione geografica.
L´autore marchigiano, dunque, vuole dimostrare con questo studio dettagliato come questo popolo, tutt´altro che mediocre, vanti un dono, una facoltá rara e spesso sottovalutata: l´equilibrio. Da questo dono, prosegue Vitaletti, derivano anche buonsenso, dignitá, giustizia e contemplazione.Tutte queste sono doti fondamentali ma che portano gli uomini che le posseggono alla moderazione, al distacco e all´autarchia.

Questa raccolta vuole essere una celebrazione del popolo marchigiano, definito mite, modesto ma anche molto virtuoso.

 

di Marika Ragni

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