Gosvaldo Gabrielli è nato a Castelleone di Suasa, il 6 Luglio 1959 e in questo piccolo borgo delle colline marchigiane ha trascorso tutta la sua vita, in quell’incrocio di vecchie viuzze attigue alla chiesa parrocchiale che prende il nome di “Castello”.
È un bambino vivace e irrequieto, ma i ritmi tranquilli della vita di paese, lontani da ogni frenesia, ben si adattano al suo carattere di adulto che trova la sua dimensione nelle cose semplici e si rassicura nel contatto con le persone conosciute da sempre, le chiacchiere al bar con gli amici, la partita a biliardino o a carte.
Gosvaldo è aperto, scherzoso e ama stare in mezzo alla gente. E’ abile nel cogliere con immediatezza le peculiarità di chi lo circonda, i modi di fare, i vezzi, i tic e si diverte ad imitare amici e conoscenti, con arguzia ma senza malizia.
Da sempre coltiva il piacere di scrivere. Spesso dedica ad amici o parenti versi spiritosi, i suoi sono guizzi istantanei che riescono a cogliere persone, fatti, sensazioni. Scrive per gli altri e anche per sé, per i suoi momenti gioiosi e spensierati e per i suoi momenti malinconici e grigi.
Il suo animo allegro è anche delicato e fragile, chi lo ha saputo conoscerlo davvero ne era consapevole.
Un sabato di maggio, insieme alle amiche e agli amici nati nel suo stesso anno, ha festeggiato i quarant’anni che stava per compiere. Due giorni dopo, il 10 maggio 1999, prendendo tutti alla sprovvista, se n’è andato per sempre.
UNA VITA IN RIMA (ricordando Gosvaldo)
Un anno è già passato
e tu, l’amico perduto,
non sarai più ritrovato.
La tua presenza leggera
ci manca tanto
e vorremmo ancora averti accanto.
Riascoltare la tua buffa risata,
le tue battute dette
con ironia pacata;
le tue veritiere imitazioni
che, come vecchie canzoni,
accendevano l’atmosfera
che si creava tra noi amici ogni sera.
Ogni sera trascorsa in tua compagnia
ci lasciava dentro
una sana allegria.
E se pensando a te
una lacrima scende in fretta,
ci torna in mente
qualche tua barzelletta.
La frenesia della vita non ti toccava,
per te l’amicizia soltanto contava.
Amicizia sincera, disinteressata
ti scaturiva dal cuore
come l’acqua da una cascata.
Nessuno a questo mondo è perfetto
e come tutti avevi qualche difetto:
certo è che quello che noi ti abbiamo dato
non è paragonabile a ciò che tu ci hai donato.
Quando mai il nostro debito potrà essere saldato?
Potrà questa filastrocca semiseria
Esternare la nostra stima
per la tua “vita in rima”?
Castelleone di Suasa, 10 maggio 2000
GLI AMICI DI SEMPRE
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