ll Sacrario-ossario è dedicato ai caduti della battaglia di Castelfidardo del 18 settembre 1860 e progettato dall’ingegnere Antonio Bianchi ed eretto negli anni 1861-1870 sul colle di Mirano, ai margini meridionali della selva di Castelfidardo, proprio ove si svolse la battaglia. È un monumento periferico, poco conosciuto e raramente visitato perché offuscato dal più celebre monumento dedicato al generale Cialdini e ai Vittoriosi di Castelfidardo.
Nel marzo 1910 fu poi eretto il nuovo monumento al Generale Cialdini ed ai combattenti nella battaglia di Castelfidardo.
In occasione del 150° anniversario della battaglia l’intera area è stata interessata da opere di consolidamento e pulizia,
mentre la Fondazione “Opere Laiche Lauretane” ha concesso l’utilizzo dell’area adiacente al Sacrario-Ossario per la realizzazione di un luogo di sosta per rendere possibile la vista di tutta l’area della battaglia.
Dopo la disfatta dell’esercito Pontificio avvenuta attorno alle ore 14.00 del 18 settembre 1860, i feriti vennero trasportati negli ospedali allestiti nelle chiese di Loreto, Castelfidardo ed Osimo. Il giorno dopo i caduti furono raccolti e seppelliti nel campo di battaglia in due fosse separate “verso il mare Adriatico i Pontifici, verso la Selva di Castelfidardo i Piemontesi”. Ma quella sepoltura così anonima e poco celebrata, mosse la pietà e l’orgoglio delle popolazioni marchigiane animate da fervido patriottismo e pietà per i vinti. Sorse così l’idea di erigere un monumento ai caduti che avevano segnato col sacrificio quell
giornata memorabile.
Così come lo vediamo oggi, il monumento è costituito da una piattaforma pavimentata quadrata di 12 metri sormontata
da 12 piramidi quadrangolari tronche in travertino d’Ascoli, collegate da spesse balaustre dello stesso materiale. Tramite due aperture contrapposte nelle balaustre si ha accesso alla colonna centrale di marmo bianco d’Istria. Sulle facce esterne delle piramidi sono scolpiti i nomi dei soldati piemontesi caduti nella battaglia, mentre le facce interne furono lasciate bianche in onore dei soldati pontifici dei quali non si conosceva il nome. Le ossa dei soldati vennero seppellite in avelli separati nella
stanza sottostante al monumento, con lo stesso criterio di separazione della fossa precedente.
Il simbolismo.
L’Ossario ai caduti è un monumento con una valenza non solo simbolica, ma anche iconografica. Un recinto delimitato da dodici semipiramidi tronche e al centro una colonna.
Da una parte l’uso delle semipiramidi tronche è il tipico soggetto iconografico artistico riportato in auge Napoleone dopo le imprese egizie, esse rappresentano la continuità del tempo e la vita spezzata dei caduti. Su queste semipiramidi tronche ci sono i nomi dei caduti perché la Commissione reduci delle battaglie risorgimentali del 1848/49 identificò nel nome del caduto la sua memoria.
Il nome, che equipara il monumento a un monumento cimiteriale, fa sì che il momento storico divenga anche un momento un momento religioso e, non a caso, la costruzione ha assunto la forma del recinto, che, nella simbologia ottocentesca, indica il paradiso.
Al centro poi è collacata una colonna intera, non spezzata, coronata di alloro. Originariamente il monumento era sconsacrato, poi nel 1956 la nobildonna Maria Lucrezia Lepetit, duchessa Ferretti di Castelferretto, chiese ed ottenne dal Vescovo di Recanati di benedire il monumento e le spoglie dei soldati, e nella colonna centrale fu collocata una croce cristiana. Attorno al monumento furono messi a dimora cipressi e siepi come cornice.
AA.VV. Guida di Castelfidardo. La storia , l'arte i musei. Sistema Museale della provincia di Ancona, 2011.