Il maggiore pittore arceviese del '500 nasce in Arcevia (in zona Santo Stefano) fra il 1530 e il 1537. Purtroppo, restano pochi documenti riguardo la sua vita. Certo che fosse figlio di Giampaolo di Betto Ramazzani. Le prime e attendibili notizie si hanno a partire dal 1550, quando si trasferisce come garzone presso lo studio di Lorenzo Lotto in Ancona. Qui, il Ramazzani, comincia il suo apprendistato come tutto fare, dimostrando particolare devozione al maestro che, di contro, ne ha particolare cura chiamandolo il proprio "criato" (la propria creatura). Alcune note e libri di registro attestano che il Ramazzani si occupasse delle riscossioni per conto del suo maestro, dei pegni e del saldo dei debiti, qualora fosse necessario, anche con la vendita degli indumenti e oggetti personali del Lotto. Costui, di contro, aveva cura che il suo pupillo vestisse come di buona usanza all'epoca. È certo che il loro idillio proseguì fino al 1552, quando il Ramazzani, forse stanco di stare a garzone e probabilmente ritenendosi sufficientemente maturo per avviare esso stesso la propria personale bottega, abbandona il Lotto dicendogli chiaramente di trovarsi un altro garzone.
Fatto che probabilmente non fu colto di buon grado dal Lotto, che nel suo libro di "spese diverse" annota, mal celando il rammarico: "da due anni ch'el dovea starsi secondo li accordi essendo di sproporzionata natura [...] alla natura e costumi miei, tenutolo per suo ben, pietoso de tale dementia, con mio cruccio, due anni secondo lo acordo [...] portandose mal a mia servimenti [...] sempre altercandosi mecco [...] insignoritosi havesri fatto gran frutto et veder posser viver senza di me." Inoltre, propbabilmente ferito, dichiara ancora: "non levar più garzone che mi siano ingrati, come san qualche cosa mi piantano." (1)
Tuttavia Ercole Ramazzani de la Rocha, è probabilmente a conoscenza del fatto che cominci ad essere stimato come pittore dai suoi concittadini e non solo, dato che da questo periodo in avanti, si susseguono numerosi incarichi e commissioni su tutto il territorio e che gli consentono di vivere dignitosamente fino alla morte.
Lo Zampetti scrive riguardo al Ramazzani:
"è pittore notevole e in gran parte da rivelare, perché quasi sconosciuto fino ad ora e non esaminato dalla critica. Eppure è tra i più rappresentativi esponenti della ccultura pittorica legata alla Controriforma, discontinuo, ma con dei balzi di qualità sorprendenti come nei quadri di Matelica, di Arcevia, di Senigallia e altrove, dove l influenze veneto-romane e dello stesso Lotto appaiono rievocate da una personalità estrosa e irrequieta." (2)
Il Ramazzani muore in Arcevia il 4 agosto del 1598 lasciando la moglie Caterina di Francesco Martirelli di Arcevia e cinque figli sopravvissuti a ben quattordici.
Buona parte delle sue opere sono conservate presso la pinacoteca di San Medardo di Arcevia, presso quella Diocesana di Senigallia e numerose altre dislocate sul territorio (Matelica, Pergola, Sassoferrato, Montecarotto, Rosora, Morro D'Alba, Poggio San Marcello, Ostra Vetere, Filottrano, Corinaldo, Cerreto d'Esi e molte altre).
di Laura Coppa
(1) Paolo Santini, "Arcevia. Itinerario nella storia e nell'arte", Comune di Arcevia, 1984, pagg. 86-90
(2) Idem
Bibliografia:
Paolo Santini, "Arcevia. Itinerario nella storia e nell'arte", Comune di Arcevia, 1984.
AA. VV. "Ercole Ramazzani de la Rocha. Aspetti del Manierismo nelle Marche della Controriforma" a cura di Daniela Matteucci, Marsilio editore 2006.